Stralci di cultura personale

Senza grandi pretese, trovate quì alcuni stralci di cultura selezionati fra le cose che mi hanno colpito di più.
Frasi, poesie, filmati, una sorta di memoria personale di spunti universali che potrebbero interessare chiunque.
E che si commentano da soli.
Il mio piccolo contributo affinchè non siano dimenticati.



Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas:
"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione
nel mero perseguimento del benessere economico,
nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones,
né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette,
e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade
dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa,
e le prigioni per coloro che cercano di forzarle.
Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza
per vendere prodotti violenti ai nostri bambini.
Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari,
comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica,
si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte,
e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie,
della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago.
Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari,
l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali,
né dell’equità nei rapporti fra di noi.
Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio,
né la nostra saggezza né la nostra conoscenza,
né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
Misura tutto, in breve,
eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani."

Discorso di Robert Kennedy su You-tube:



Vivi la vita (Maria Teresa di Calcutta)

La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

Madre Teresa



Lentamente muore (o "La morte lenta" dall'originale "A MORTE DEVAGAR" di Martha Medeiros)

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso ,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.

( Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità )

Martha Medeiros



La morte gioca a scacchi con la vita,
sogghigna beffarda,
per la vittoria scontata...

Anonimo


Ero giovane, e mi sentivo forte. Quella mattina di primavera uscii di casa e gridai: «Io sono a disposizione di chi mi vuole. Chi mi prende ?»...Mi lanciai sulla strada selciata.
Ritto sul suo cocchio, con la spada in mano e seguito da mille guerrieri, passava il Re.
«Ti prendo io al mio servizio», disse fermando il corteo. «E, in compenso, ti metterò a parte della mia potenza».

Ma io della sua potenza non sapevo che farmene. E lo lasciai andare.
«Io sono a disposizione di tutti. Chi mi vuole ?»
...Nel pomeriggio assolato, un vecchio pensieroso mi fermò e disse: «Ti assumo io, per i miei affari. E ti compenserò a suon di rupie». E cominciò a snocciolarmi le sue monete d'oro.
Ma io dei suoi quattrini non sapevo che farmene. E mi voltai dall'altra parte.

La sera arrivai nei pressi di un casolare.
Si affacciò una graziosa fanciulla e mi disse: «Ti prendo io. E ti compenserò con il mio sorriso».
Io rimasi perplesso. Quanto dura un sorriso ? Frattanto quello si spense, e la fanciulla si dileguò nell'ombra.
Passai la notte disteso sull'erba, e la mattina ero madido di rugiada.

«Io sono a disposizione... Chi mi vuole ?».
Il sole scintillava già sulla sabbia, quando scorsi un fanciullo che, seduto sulla spiaggia, giocava con tre conchiglie.
Al vedermi alzò la testa e sorrise, come se mi riconoscesse.
«Ti prendo io», disse, «e in cambio non ti darò niente». Accettai il contratto e cominciai a giocare con lui.
Alla gente che passava e chiedeva di me, rispondevo: «non posso, sono impegnato».
E da quel giorno mi sentii un uomo libero.

Rabindranath Tagore